NOI QUA C'ERAVAMO
Un giorno di giochi in carcere per i figli dei
detenuti
Andrea Del Bue
Anche in carcere si può giocare. Anche il carcere, grigio
e silenzioso se visto da fuori, può diventare un luogo di
chiasso festoso. D’altra parte la Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia recita nell’articolo 31 che gli Stati membri devono
garantire il diritto al gioco del bambino.
Un concetto che è la stella polare del progetto europeo Re-Play, di cui il Comune di
Parma è capofila e che ieri mattina è entrato nell’istituto penitenziario di via Burla con
merenda offerta dal panificio Giacomazzi, festoni, castello gonfiabile di GOMMALAND e
truccabimbi di LUDOBIMBO.IT
Ai piccoli non pareva vero: un abbraccio a papà, poi a saltare fino allo sfinimento su
quell’attrazione gigante, lontano dai pensieri complicati dei genitori che, tra un problema e
l’altro, si scambiano sorrisi e carezze tipiche di chi sa che i minuti passano
inesorabilmente e la visita dura il tempo di un sogno.
Per entrare in carcere, Re-Play ha collaborato con l’associazione onlus «Crescere con
noi» che, dal 2005, propone questa mattinata di gioco e ricongiungimento famigliare
all’interno dell’istituto.
«I bambini solitamente non vogliono venire qui, perché si annoiano - spiega Layla Cervi,
presidente dell’associazione, affiancata dal vicepresidente Giorgio Stacchi, socio
instancabile e principale finanziatore -. In questo modo, invece, cerchiamo di regalare un
momento di vita normale. Lo facciamo con tutto l’amore che ci è possibile, perché l’amore
muove il mondo e ti permette di fare le cose senza fatica».
Dietro le sbarre sono entrati anche i colori della Nazionale italiana di calcio, grazie alla
partnership col progetto «Vivo Azzurro». «I valori della Figc, in ambito giovanile, sono gli
stessi del progetto Re-Play - spiega Moira Balbi, responsabile di Re-Play -. Con questa
iniziativa, facciamo giocare i bambini in libertà, senza regole: loro hanno la grande
capacità di inventare e costruire i giochi da soli».
Le spese per l’iniziativa sono state tutte sostenute da privati, con l’eccezione dei festoni,
acquistati dal Comune e poi donati all’associazione «Per ricominciare».
Prima visita in carcere per il sindaco Federico Pizzarotti: «I bambini non hanno colpe, per
questo è fondamentale garantire loro una giornata così, in un certo senso normale -
osserva il primo cittadino -. E’ nostra intenzione estendere la collaborazione con l’istituto
penitenziario, con iniziative interne ed esterne, facendo uscire, quando possibile, i
detenuti».
Re-Play non è solo un’idea, una buona intenzione. Tanto che l’assessore comunale allo
Sport, Giovanni Marani, è recentemente rientrato da un tavolo istituzionale organizzato a
Dublino. «Sapere, da cittadino, che ci sono persone che si stanno interrogando sul diritto
al gioco regala una bella sensazione - dice Marani -. Le indagini ci raccontano di bambini
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