lunedì 26 novembre 2012

ISTITUTO PENITENZIARIO 2012

PER NOI NON CI SONO DISTINZIONI DI RAZZE I BAMBINI SONO BAMBINI OVUNQUE


NOI QUA C'ERAVAMO





Un giorno di giochi in carcere per i figli dei 
detenuti 
 Andrea Del Bue 
Anche in carcere si può giocare. Anche il carcere, grigio 
e silenzioso se visto da fuori, può diventare un luogo di 
chiasso festoso. D’altra parte  la Convenzione delle 
Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia recita nell’articolo 31  che gli Stati membri devono 
garantire il diritto al gioco del bambino. 
 Un concetto che è la stella polare del progetto europeo Re-Play, di cui il Comune di 
Parma è capofila e che ieri mattina è entrato nell’istituto penitenziario di via Burla con 
merenda offerta dal panificio Giacomazzi, festoni, castello gonfiabile di GOMMALAND e 
truccabimbi di LUDOBIMBO.IT 
Ai piccoli non pareva vero: un abbraccio a papà, poi a saltare fino allo sfinimento su 
quell’attrazione gigante, lontano dai pensieri complicati dei genitori che, tra un problema e 
l’altro, si scambiano sorrisi e carezze tipiche di chi sa che i minuti passano 
inesorabilmente e la visita dura il tempo di un sogno. 
Per entrare in carcere, Re-Play ha collaborato con l’associazione onlus «Crescere con 
noi» che, dal 2005, propone questa mattinata di gioco e ricongiungimento famigliare 
all’interno dell’istituto. 
 «I bambini solitamente non vogliono venire qui, perché si annoiano  -  spiega Layla Cervi, 
presidente dell’associazione, affiancata dal vicepresidente Giorgio Stacchi, socio 
instancabile e principale finanziatore -. In questo modo, invece, cerchiamo di regalare un 
momento di vita normale. Lo facciamo con tutto l’amore che ci è possibile, perché l’amore 
muove il mondo e ti permette di fare le cose senza fatica». 
Dietro le sbarre sono entrati anche i colori della Nazionale italiana di calcio, grazie alla 
partnership col progetto «Vivo Azzurro». «I valori della Figc, in ambito giovanile, sono gli 
stessi del progetto Re-Play  -  spiega Moira Balbi, responsabile di Re-Play -. Con questa 
iniziativa, facciamo giocare i bambini in libertà, senza regole: loro hanno la grande 
capacità di inventare e costruire i giochi da soli». 
 Le spese per l’iniziativa sono state tutte sostenute da privati, con l’eccezione dei festoni, 
acquistati dal Comune e poi donati all’associazione «Per ricominciare». 
Prima visita in carcere per il sindaco Federico Pizzarotti: «I bambini non hanno colpe, per 
questo è fondamentale garantire loro una giornata così, in un certo senso normale  -  
osserva il primo cittadino -. E’ nostra intenzione estendere la collaborazione con l’istituto 
penitenziario, con iniziative interne ed esterne, facendo uscire, quando possibile, i 
detenuti». 
Re-Play non è solo un’idea, una buona intenzione. Tanto che l’assessore comunale allo 
Sport, Giovanni Marani, è recentemente rientrato da un tavolo istituzionale organizzato a 
Dublino. «Sapere, da cittadino, che ci sono persone che si stanno interrogando sul diritto 
al gioco regala una bella sensazione  -  dice Marani -. Le indagini ci raccontano di bambini 

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